Una delle prime forme di pubblicità, che ha fatto la storia dell’advertising, è senza alcun dubbio il manifesto.

Ancora oggi utilizzato in ambito politico, artistico, aziendale, fa la sua prima comparsa all’epoca della rivoluzione industriale a Parigi e Londra. Vera e propria manifestazione delle correnti artistiche del periodo, i primi manifesti, completamente realizzati a mano, sono considerati oggi delle vere e proprie opere d’arte.

Ma chi sono i principali esponenti che hanno fatto la storia del manifesto pubblicitario? Lo abbiamo chiesto alla tipografia Priulla di Palermo, che si occupa di stampa dal 1863.

Quando nasce il manifesto pubblicitario?

La sua nascita risale a fine ‘800 a Parigi, dove il manifesto inizia a diffondersi anche grazie al merito di Jules Chéret. L’artista comprende che il testo non può essere l’unico elemento protagonista di una buona pubblicità e inizia a privilegiare il potenziale dell’immagine per attrarre anche le persone più distratte grazie alla forza dell’impatto visivo.

casino de paris poster di jules cheret

Casino de Paris poster Jules Chéret [Public domain], via Wikimedia Commons

Henri de Toulouse‐Lautrec fu un altro precursore della tecnica pubblicitaria contemporanea, egli introdusse nelle sue litografie una serie variegata di colori contrastanti che avvicinò sempre di più l’arte al contesto pubblicitario.

Fu nel ‘900 che la forza comunicativa dell’arte iniziò a farsi sempre più spazio nella pubblicità, con i primi esperimenti di stampa di cartelloni pubblicitari. È il caso di uno dei famosi manifesti di Henry Van de Velde in cui il testo veniva inglobato da un disegno astratto.
In Italia, Aleandro Terzi fu uno dei nomi di spicco della moderna cartellonistica con le sue stampe pubblicitarie che ritraevano animali colti in azioni quotidiane tipiche dell’uomo, come la famosa scimmia appesa ad un albero mentre si lava i denti.

aleardo terzi dentol

La seconda guerra mondiale fu il periodo in assoluto più propizio per l’evoluzione del manifesto pubblicitario, che divenne necessario soprattutto per fare propaganda e rassicurare la popolazione sull’andamento del conflitto. Nei manifesti dell’epoca gli slogan conquistano ampio spazio e si associano ai ritratti dei nemici e degli alleati in vesti epiche.
Il famoso manifesto con la scritta Keep Calm and Carry On, di cui sicuramente avrete letto la versione ironica diffusa dal popolo dei social network, comparve propro in quel momento storico allo scopo di incitare e invogliare la popolazione inglese a proseguire le attività quotidiane senza rinunciare alle proprie abitudini.

Il manifesto pubblicitario oggi

Oggi la maggior parte dei manifesti vengono creati con l’utilizzo di moderne e rapide tecniche di stampa. La produzione è decisamente aumentata anche perché la produzione artigianale in questo contesto è diventata più marginale. La componente creativa, però, non manca mai perché da essa dipende la capacità di attirare i futuri utenti e fornire loro un’informazione diretta ed efficace.

 

Immagine in evidenza by the Strobridge Litho. Co., Cincinnati and New York.

[Public domain], via Wikimedia Commons