Il tanto discusso Maxxi, museo delle arti e delle architetture del XXI secolo aprirà a Roma in primavera, e nonostante le polemiche che hanno accompagnato gli ultimi acquisti, e nonostante la nazione, la nostra, dove ha sede la Fondazione Maxxi, nonostante le critiche ad un architettura, avveniristica quanto elegante, autoreferenziale forse, ma necessaria all’interno di un territorio come quello Romano, abbandonato al passato per troppo tempo, nonostante tutto ciò la collezione Maxxi aumenta, e questa volta ad aggiungersi arrivano 58 opere della collezione Gian Ferrari. Scomparsa il 24 gennaio dopo lunga malattia, Claudia Gian Ferrari è stata una studiosa, una talent scout e un amante dell’arte.

La donazione ad una Fondazione – museo che ancora deve nascere è da parte sua un gesto di grande fiducia.
Fiducia che sembra mancare a molti nei confronti dell’arte moderna, nei confronti di nuove realtà come quella del Maxxi che possono risultare determinanti per risvegliare un territorio forse troppo legato al passato.

Così mentre da tutto il mondo arriva il plauso per la realizzazione della nuova opera, in Italia, Sgarbi, nominato dal ministero in qualità di controllore sulle acquisizioni della fondazione, sbraita contro lo “shopping” fatto con soldi pubblici dai curatori del Maxxi. Il culmine si raggiunge quando il Vittorio Nazionale dichiara che quei 15000 euro spesi per un Mandala di Bruna Esposito, non sono altro che 15.000 euro buttati per un chilo di lenticchie.

Non si riflette a volte, che in Italia, per amore del passato, meraviglioso luccicante e indimenticabile passato, non abbiamo guardato abbastanza al futuro, e questo lo si fa in Architettura, in scultura, e in tutte le arti visive. L’arte contemporanea non è facile da comprendere, non è facile da accettare, e soprattutto quando si parla di acquisti particolarmente costosi non è facile da digerire, ma l’arte non si misura in denaro.

L’Italia è il più bel paese del mondo, questo lo abbiamo imparato da piccoli, ma è forse il peggiore per l’arte contemporanea, è un paese in cui si investe poco sui giovani, qualcuno lo definisce ancora il paese della creatività, ma non è così, in una paese che vuole fare della creatività il suo fiore all’occhiello, si supportano i giovani artisti, si tentano nuove strade, si aprono dialoghi rivolti al futuro, qui l’immobilità è coperta da una pesante coltre di polvere.