Spesso si parla indifferentemente di Street Art o di Graffitismo, come se i due termini fossero sinonimi o come se si potesse confondere i due stili senza porre la minima attenzione alle loro differenze.

Forse ciò accade perché entrambi queste forme d’arte prendono vita tra le strade della nostre grandi città e si rivestono spesso di quel velo di trasgressione e illegalità che ci porta a confonderle tra loro.

E’ bene specificare che i due stili sono diversi sia nella storia, sia nell’indole che nella modalità di realizzazione.

Vediamo insieme quali sono i principi fondatori che muovono queste due forme d’arte e soprattutto quali sono le differenze.

Cosa si intende con Graffitismo

Il graffito come forma d’arte è presente da centinaia di anni sulla terra, basti pensare che delle ere preistoriche noi abbiamo traccia e conoscenza grazie ai graffiti nelle caverne tramandatici dai nostri antenati. Ancor prima che comparisse la parola, quale forma di comunicazione, ancor prima della scrittura ecco comparire i graffiti.

Il vero graffitismo però è da far risalire solo agli anni settanta quando a Filadelfia sui mezzi di trasporto pubblico iniziano a comparire i primi graffiti di protesta. La base del graffitismo è infatti da ricercarsi in una forma di protesta pacifica contro i soprusi, i governi dittatoriali o la legge in generale. Pian piano queste manifestazioni d’arte si spostarono nei muri dei ghetti newyorkesi e infine grazie alla bomboletta spray anche nelle strade di tutto il mondo.

Il graffitismo al contrario di ciò che si pensa ha un proprio linguaggio e stile, si basa essenzialmente sul concetto di parola, ossia lo studio della lettera, del linguaggio e ovviamente si caratterizza per la presenza del Tag, ossia dello pseudonimo dell’artista. Infatti il Tag o firma dell’autore è il vero marchio di riconoscimento del graffito, l’importanza di un writer si misura nel numero dei suoi Tag.

Se si continua ancora oggi a pensare che il graffitismo non sia altro che stupidi scarabocchi di ragazzini troppo annoiati, si continua a sbagliare. Infatti alla base di questo movimento vi è la volontà di esprimere nella maniera più pacifica e tranquilla, il proprio pensiero.

Il writer non vuole imporre il suo talento, comunica con i suoi tratti e soprattutto con il suo ideogramma che conosce solo lui e solo lui può decifrarlo. L’arte dei graffiti infatti non ha mai voluto imporsi con aggressività o violenza, anzi ha sempre cercato l’espressione dell’arte per comunicare.

Grazie all’avvento dei social, alla diffusione della fotografia e all’attenzione dei media, solo negli ultimi anni il graffitismo è diventato un prodotto commerciale ed ha attratto numerosi ammiratori. Ciò ha allontanato però l’attenzione della vera natura di questo movimento ossia la protesta contro il sistema di ingiustizie e di soprusi.

Cos’è precisamente la Street Art

A differenza del movimento dei graffiti, la Street Art deve le sue origini proprio alla volontà di molti artisti di comunicare un messaggio.

Non si tratta di protesta o di denuncia, ma di riflessione su temi mondiali o particolarmente cari all’umanità. Tantissime sono le tecniche di realizzazione delle opere d’arte della Street Art, stencil, sticker ecc. L’artista crea e progetta il suo quadro per smuovere le coscienze della gente, per sollecitare una riflessione e per condurre la gente a riflettere o semplicemente per raccontare la realtà.

Si tratta in questo caso non di realizzazioni casuali, ma di veri e propri progetti artistici che spesso godono dell’appannaggio delle autorità locali che incentivano questo linguaggio artistico perché oltre che interessare le coscienze, costituisce un vero e proprio arredo urbano.

La street art è un linguaggio più commerciale, spesso spiegato e interpretato dallo stesso autore che firma, senza tag o pseudonimi, il suo lavoro. Questo perché si tratta di una scelta di comunicazione di cui l’artista è il protagonista, nonché il fautore.

Differenze sostanziali tra Street Art e Graffitismo

Come è facile capire la prima differenza risiede nella motivazione che è alla base del movimento, mentre il graffitismo nasce come movimento di protesta e denuncia, la street art è un movimento artistico di comunicazione di massa. Infatti mentre per il primo si parla di writer, nome impersonale, per la street art sono degli artisti affermati a firmare i lavori realizzati.

Mentre la location che ospita i graffiti è spesso abusiva e non legale, la street art è spesso realizzata in convenzione con le autorità che sfruttano questi murales per “arredare” palazzi degradati delle periferie urbane o per creare dei veri e propri poster motivazionali che siano visibili dalla cittadinanza.

Insomma da un lato vi è la protesta anonima dei writer che spesso con pochi e semplici idiomi lanciano il proprio grido, dall’altra parte troviamo artisti che progettano dei loro studi il messaggio, la tecnica di realizzazione e concordano a tavolino con le massime cariche la collocazione più adeguata al lancio del messaggio. Anche il tipo di tematica affrontata è spesso diversa e si dirige a target differenti.

Mentre il graffitismo è denuncia del marcio della società e si rivolge spesso a coloro che del sistema sono avversari, la street art abbraccia messaggi più generali e meno trasgressivi.

L’artista sceglie con cautela e cura il messaggio da trasmettere e spesso si tratta di grandi temi umanitari o sociali che hanno un ampio pubblico ad accoglierli. Si tratta di due forme d’arte che rispondono a due spinte diverse, l’una forse meno commerciale dell’altra, ma in entrambi i casi si tratta di una forma d’arte che lancia un messaggio e porta la gente a riflettere in maniera più o meno sincera.